Acquacultura sostenibile

E' raro che un agricoltore apprezzi i predatori che si nutrono gli animali che alleva, ma Miguel Medialdea non è un agricoltore qualsiasi. Guardando la distesa di fenicotteri che copre una delle lagune che compongono Veta La Palma, l'allevamento ittico nel sud della Spagna, dove è biologo, Medialdea si stringe nelle spalle. "Si prendono circa il 20% del nostro rendimento annuale", dice, indicando un uccello di colore rosso che afferra un branzino, "ma questo dimostra che tutto il sistema sta funzionando".

Situato su un'isola nel fiume Guadalquivir, a 16 km dall'Atlantico, Veta La Palma collabora con la natura producendo ogni anno 1.200 tonnellate di spigole, orate, triglie e gamberi. "Veta La Palma alleva il pesce in modo sostenibile e promuove la conservazione di specie di uccelli, allo stesso tempo", dice Daniel Lee, direttore di buone pratiche per il Global Aquaculture Alliance

Secondo l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite, nel corso dei prossimi anni il consumo di pesce d'allevamento supererà quello dei pesci catturati allo stato selvatico. Ma molte aziende di allevamento ittico, anche quelle che si dichiarano "sostenibili", creano più problemi di quanti ne risolvano: dalla contaminazione fecale, alla minaccia che il pesce allevato sfuggito costituisce per il patrimonio genetico dei loro cugini selvatici.

La Veta LA Palma è diversa, nel 1982, la famiglia proprietaria del colosso alimentare spagnolo Hisaparroz ha comprato le zone umide, che erano stato prosciugate per l'allevamento del bestiame, e le ha allagate di nuovo. L'acqua, che proviene direttamente dal mare, pullula di microalghe e minuscoli gamberetti, che forniscono cibo naturale per il pesce. Assecondando il più possibile la natura, l'azienda evita molti dei problemi che affliggono altri progetti di acquacoltura.

La bassa densità, circa 4 kg di pesce per ogni 1 metrocubo di acqua, aiuta a mantenere il pesce libero dai parassiti e le piante presenti in ogni stagno agiscono da filtro, ripulendo l'acqua da azoto e fosfati.

L'intervento artificiale dell'uomo è stato positivo per la natura. Quando l'azienda ittica ha iniziato la sua attività c'erano 50 specie di uccelli, ripristinando le terre prosciugate, Veta La Palma si è trasformato, un po' inconsapevolmente, in un rifugio per gli uccelli migratori acquatici. Ora le specie sono 250, molte delle quali in via di estinzione: spatole, garzette e gli spettacolari fenicotteri rosa.

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