La rivoluzione dei pannelli solari ha innescato molte discussioni sulla possibilità di scollegarsi completamente dalla rete elettrica ed essere autosufficienti.
Da notare che questa presa di posizione non viene solo da ambientalisti "sessantottini" . Il colosso bancario UBS ha recentemente previsto che, quando più proprietari di casa produrranno e immagazzineranno l'elettricità autonomamente, i grandi gestori e le loro centrali elettriche centralizzate a poco a poco diventeranno meno importanti e conseguentemente potrebbe crollare il modello di business dei gestori energetici.
E' un concetto interessante, con la possibilità di aumentare il potere dei proprietari di casa facendoli risparmiare e nello stesso tempo tagliando le emissioni di CO2. Non appena i costi del solare sono crollati, il numero di installazioni è esploso e oltre mezzo milione di americani sono diventati produttori di energia elettrica negli ultimi cinque anni. C'è chi ha paragonato l'aumento della produzione di energia fai-da-te con il passaggio dai telefoni su rete fissa ai cellulari.
Ma la rivoluzione solare non è la rivoluzione delle telecomunicazioni, e difficilmente che ci porterà in una nuova era di indipendenza elettrica. Né dovrebbe. Perché mai scollegarsi dalla rete quando è possibile essere pagati per fornire cose di cui la rete ha bisogno? La totale indipendenza può essere un obiettivo estremo, ma è nell'interesse di ognuno di noi la ricerca di una soluzione ragionevole e facilmente percorribile, mentre è compito dei politici scrivere regole per renderla possibile.
Dopo tutto, la maggior parte di noi avrà ancora bisogno della rete nell'era solare. L'analista energetico Hugh Wynne asserisce che fabbriche, centri commerciali e condomini in genere producono meno del 15% della loro elettricità sui loro tetti, mentre le case unifamiliari di solito producono meno del 75%. Si può disporre di un backup per la produzione di energia elettrica, come i generatori a gas, o una qualche forma di immagazzinamento per quando il sole non splende. Ma nonostante le batterie siano sempre meno costose, come lo sono i veicoli elettrici (che possono fungere da batterie quando non sono in uso), ancora costano di più della rete elettrica. La rete, dopo tutto, fornisce un servizio straordinario per tutti noi, bilanciando produzione e domanda ogni secondo di ogni giorno; almeno dovrebbe. Certo, si potrebbe dichiarare l'indipendenza dalla rete, proprio come si potrebbe essere in grado di coltivare tutto la verdura nell'orto, ma è difficile vedere un senso economico in tutto ciò. D'altro canto, rimanendo collegato dovrebbe migliorare il rendiconto economico dello spostamento verso il solare; nelle ore di punta del pomeriggio, quando la rete ha bisogno di più energia, si dovrebbe essere in grado di vendere energia elettrica in eccesso al vostro gestore ad un prezzo interessante, in modo da non dover costruire e gestire impianti aggiuntivi.
La parola chiave è dovrebbe.
I gestori, di solito, guadagnano di più vendendo più energia e costruendo più centrali elettriche. Quando qualcuno produce l'energia che consuma si minano i loro margini di profitto. Ecco perché tanti gestori combattono per limitare i contatori di scambio che consentono ai clienti di vendere energia solare alla rete elettrica, spingendo per aumentare i costi al cliente per l'uso della rete.
Questo non è del tutto sbagliato, chiunque utilizzi la rete dovrebbe pagare per il privilegio, ma incoraggia anche i clienti solari ad uscire dalla rete. Sarebbe meglio per tutti rimanere connessi, perché si possa generare energia per la rete quando necessario e, se si dispone di veicoli elettrici, immagazzinare l'energia in eccesso. Ma ciò implica un nuovo modo di regolare i gestori in modo che vengono pagati per i servizi che forniscono, piuttosto che per l'energia che ci vendono.
Non abbiamo bisogno di eliminare i nostri gestori. Abbiamo bisogno di ridefinire il loro business.
estratto da
Time Magazine
29 settembre 2014